Con Maico mai più come Beethowen, il genio incompreso a causa della sordità


Nel maggio 1802 Beethoven si recò ad Heiligenstadt per riposarsi. Depresso, non potendo più tener nascosta la sua crescente infermità, Beethoven scrisse il 6 ottobre un documento conosciuto con il nome di " Testamento di Heiligenstadt "


Dal testamento di Beethoven

 


O voi uomini che mi credete ostile, scontroso…, come siete ingiusti con me, non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza, il mio cuore e la mia mente erano sin dall'infanzia inclini al tenero sentimento della benevolenza….


Nato con un temperamento ardente e vivace, persino aperto alle distrazioni della vita sociale, ho dovuto presto isolarmi, vivere in solitudine, ogni tanto ho ben cercato di superare tutto ciò, ma l'esperienza doppiamente mortificante del mio cattivo udito mi ha duramente richiamato alla realtà, come avrei infatti potuto dire agli uomini: parlate più forte, gridate, perché sono sordo, come poter confessare la debolezza di un senso. …


perdonatemi quindi se mi vedrete stare in disparte là dove invece mi mescolerei così volentieri con voi, la mia disgrazia mi fa doppiamente male perché vengo inoltre malgiudicato, per me il piacere di stare in mezzo alla gente, di partecipare a conversazioni intelligenti, a proficui scambi di vedute, non esiste, e quando è veramente indispensabile avere a che fare con la società, devo restare quasi completamente solo, vivere come un esiliato, se mi avvicino a qualcuno, sono subito terrorizzato al pensiero che possa in qualche modo accorgersi della mia condizione….


…. anche se di tanto in tanto mi sono lasciato sviare dal mio istinto socievole, ma che umiliazione quando qualcuno accanto a me udiva di lontano il suono di un flauto e io nulla o qualcuno udiva un pastore cantare e io sempre nulla, questi fatti mi portavano al limite della disperazione….(firma)


Sono trascorsi oltre 200 anni da quando Beethowen scrisse questo testamento. Se fosse vissuto in questa epoca, le sue parole probabilmente sarebbero state altre. La tecnologia ha fatto passi da gigante e anche il “maestro” oggi avrebbe potuto udire il suono di quel flauto o il canto del pastore.

 


Isolamento sociale, depressione, incomprensione: a questo porta la perdita dell’udito tra chi ne soffre e il resto del mondo. O per meglio dire, portava. Oggi, infatti, basta un piccolo ma potente apparecchio acustico per rimanere aperti  “alle distrazioni della vita sociale”  e leggere il testamento di Beethowen come un qualcosa che appartiene al passato perché il presente si chiama MAICO