La struttura dell'orecchio e l'acufene L'orecchio viene suddiviso in tre parti, cioè l'orecchio esterno, l'orecchio medio e l'orecchio interno. Tutte e tre contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio e alla corretta percezione dei suoni. Le vibrazioni vengono raccolte dall'orecchio esterno e convogliate verso il timpano. Questa membrana consente di propagare i suoni alla cosiddetta catena dei tre ossicini (martello, incudine, staffa) e quindi all'orecchio interno. Quest'ultimo comprende il labirinto di membrane responsabili alla trasformazioni delle vibrazioni in impulsi sonori e al mantenimento dell'equilibrio. Al tempo stesso sono presenti anche le strutture nervose deputate all'udito. Di conseguenza problematiche legate all'equilibrio oppure alla percezione dei suoni sono molto spesso provocati da patologie o danni all'orecchio interno. Ad esempio questa componente risulta essere la tipica sede dove si verificano gli acufeni, cioè sensazioni rumorose e ronzii che non hanno nulla a che fare con l'ambiente esterno. L'acufene può avere un origine traumatica, causati da lesioni della scatola cranica, esposizione a forti rumori oppure sbalzi molto forti della pressione atmosferica. In alternativa possono essere legati a variazioni della pressione del liquido che riempie i canali del labirinto osseo o che circonda le membrane oppure da alterazioni nella loro composizione. Inoltre l'orecchio interno può essere danneggiato da malattie che provocano una disfunzione del labirinto, tumori, infezioni, lesioni delle vie uditive e del sistema nervoso centrale e dall'assunzione di particolari farmaci, ad esempio quelli a base di arsenico, chinino, salicilati, streptomicina e aminoglicosidi. Inoltre l'orecchio medio può essere colpito da disfunzioni della tuba di Eustachio e otiti catarrali che provocano ronzii auricolari. Infine l'acufene è legata a problematiche dall'orecchio esterno che portano all'occlusione del canale uditivo. In genere si tratta un disturbo che interessa un solo orecchio e sono accompagnati da sintomi quali sensazione di orecchio chiuso e ipoacusi, cioè un abbassamento della capacità di percezione dei suoni. Che cos'è l'acufene I medici usano il termine acufene (oppure anche la parola tinnito) per indicare la percezione di un rumore oppure un ronzio nonostante il fatto che dall’esterno non provenga alcun suono. Può interessare uno o entrambi gli orecchi e si caratterizza per essere una condizione abbastanza frequente. Si calcola che la sua incidenza riguardo il 10-15% della popolazione mondiale e circa 2,5-5 milioni di persone in Italia. Nella maggior parte dei casi questo disturbo non presenta caratteri estremamente significativi e risulta essere tollerabile. Invece nell’1-2% degli individui possono verificarsi problemi di notevole entità, anche di natura psicologica. Un altro aspetto da tenere a mente quando si parla dell'acufene è il fatto che assume rilevanze diverse a seconda del paziente. Infatti la percezione del rumore varia da paziente a paziente e può interessare la rilevazione di suoni qualche tempo dopo l'esposizione a forti rumori, tintinnii o flebili rumori che non sono distinguibili dai suoni ambientali. In base ai tipo di rumore che si percepisce e all'incidenza che ha sulle capacità uditive si determina il volume dell’acufene. Tuttavia bisogna sempre tenere a mente che si tratta di un'esperienza personale perché la gravità dell'acufene percepita dal soggetto è diversa rispetto a quella misurata con strumenti da laboratorio. Infatti ogni singolo paziente presente il proprio livello di tolleranza al disturbo. L'acufene può interessare soggetti di qualunque genere ed età, anche se in genere nei bambini questo disturbo è presente insieme ad altri problemi dell'udito e quindi è meno facilmente rilevabile. Sia adulti che bambini possono essere colpiti dall'acufene per le stesse ragioni, quindi i pediatri consigliano i genitori di non esporre i figli a rumori molto forti oppure di proteggere le loro orecchie in situazioni come eventi sportivi, concerti e corse automobilistiche. Quali sono i sintomi dell'acufene I sintomi dell'acufene sono molto variabili e vanno dalla percezione di squilli, fruscii, soffi, pulsazioni e sibili a quella di ronzii, rombi, crepitii, stridori e fischi. In ogni caso questi suoni sono avvertiti in assenza di rumori ambientali. In genere il rumore è continuo anche se di solito il paziente ne ha una percezione intermittente, tuttavia a volta possono esserci variazioni di natura oppure intensità. Infatti il disturbo può generare differenti rumori o salire d'intensità e volume. Spesso l'acufene viene definito con il termine ronzio nelle orecchie, tuttavia il risultato varia a seconda della persona colpita da questo disturbo. Al tempo stesso la gravità del problema è nella maggior parte dei casi soggettivo, così come il livello di tolleranza, quasi sempre determinata dalla personalità del soggetto in questione. pulsazioni. Proprio per questo motivo si parla di: - acufene oggettivo. Si tratta di casi molto rari e riguardano le situazioni nelle quali la presenza di rumori può essere ascoltata persino dal medico. Infatti i suoni sono prodotti dallo stesso organismo del paziente, spesso dalla circolazione sanguigna; - acufene soggettivo. Costituisce la modalità più diffusa e comune. In questo caso i rumori non possono essere ascoltati da osservatori esterni, ma sono percepiti esclusivamente dal soggetto colpito dal disturbo. Quali sono le cause che provocano l'acufene L'acufene viene considerato un sintomo di molte patologie che interessano l'apparato uditivo, come labirintiti e otiti che colpiscono l'orecchio medio. In casi rari è provocato da ictus, aneurismi oppure tumori che causano a loro volta la compressione di un vaso sanguigno del capo. In tutti i casi il risultato consiste nella trasmissioni di impulsi sonori al cervello da parte del nervo acustico non a seguito di vibrazioni prodotte da onde sonore esterne e che raggiungono l'orecchio interno tramite il timpano e la catena dei tre ossicini, ma a causa di stimoli generati dal cervello oppure dall'apparato uditivo stesso. In genere si tratta di una situazione che si accompagna anche a presbiacusia e riduzione dell’udito. Esistono tante cause scatenanti dell'acufene, che spesso non si presentano singolarmente, ma vedono la compartecipazione di diversi fattori. Tra questi si ricordano: - la naturale riduzione dell’udito nelle persone anziane; - l'esposizione a forti rumori, che possono danneggiare oppure distruggere le cellule ciliate, cioè dotate di filamenti e responsabili della trasmissione e trasformazione delle onde sonore nell’orecchio interno. Si tratta della causa più comune perché interessa due soggetti colpiti da acufene su tre. Infatti bisogna tenere a mente che le cellule ciliate non possono essere sostituite oppure ricostruite una volta che sono state danneggiate nella loro funzionalità. L’esposizione al rumore che danneggia l'orecchio interno può essere singola oppure verificarsi in maniera ripetuta nel corso di anni o di mesi. Ad esempio rientrano in questa categoria l'ascolto per più di un minuto di suoni che superano i 110 decibel oppure di rumori per un quarto d'ora il cui volume sia pari a 100 decibel. Al tempo stesso bisogna tenere a mente che anche l'esposizione a un forte rumore non ripetuto può non causare immediatamente un attacco di acufene perché la sensibilità uditiva varia in maniera notevole da persona a persona. Di conseguenza è possibile che l'effetto sulle capacità uditive del soggetto si manifesti dopo diverso tempo; - lesioni neurologiche, cioè ai nervi che trasmettono gli impulsi uditivi al cervello. Si tratta di cause molto gravi, come un tumore celebrale maligno, la sclerosi multipla e il neurinoma dell’acustico. Di conseguenza si hanno sintomi con maggiori effetti negativi e l'acufene è diagnosticato per altri motivi; - otosclerosi, patologia di carattere ereditario o meno che all’irrigidimento della staffa, dell'incudine e del martello. La compromissione della catena dei tre ossicini comporta in un primo momento l'acufene e successivamente la perdita dell’udito; - variazioni ormonali nelle donne; - sinusiti oppure infezioni dell’orecchio e dei seni paranasali, ad esempio l'otite. In genere quando si cura l'infezione, la gravità del disturbo si attenua gradualmente fino a scomparire completamente. Tuttavia l'acufene può essere provocato anche da meningiti e in queste circostanze tende a permanere nonostante l'infezione venga debellata; - accumulo di cerume nel condotto uditivo. Questo problema ha una forte componente soggettiva perché la quantità di cerume varia a seconda del soggetto. Se risulta essere eccessiva rispetto alle funzioni protettive che deve svolgere, questa sostanza può compromettere l’udito e accrescere la gravità dell'acufene oppure la sua percezione da parte del paziente. Ovviamente la rimozione del cerume in eccesso non può essere eliminata usando i normali cotton-fiock ma la procedura deve essere effettuata manualmente da un medico specialista, ad esempio un otorinolaringoiatra; - l'assunzione di alcuni farmaci ototossici o che hanno come effetto collaterale la comparsa dell’acufene all'inizio della terapia o al suo termine. In quest'ultimo caso bisogna verificare il dosaggio del farmaco e considerare se si tratta di un problema permanente oppure temporaneo legato alla durata della terapia farmacologica. Di conseguenza è bene consultare il proprio medico e valutare soluzioni alternative adatte. Sono oltre duecento le medicine che possono comportare la comparsa di questo disturbo, tra i quali alcuni tipi di depressivi, antibiotici e diuretici e alte dosi di aspirina; - disordini temporo-mandibolari, cioè il fatto che le articolazioni oppure i muscoli della mascella non sono allineate. Questo problema ha effetti negativi anche sui nervi cranici e suo muscoli della mascella e può essere risolto da dentisti specializzati in questo settore; - malattie cardiovascolari, come ipertensione, arteriosclerosi, soffio al cuore e anomalie in una vena oppure in un’arteria. Si tratta delle cause principali dell'acufene pulsante (le altre sono patologie a carico delle trombe di Eustachio e il tumore glomico), che si caratterizza per essere un suono ritmico e pulsante rilevabile attraverso un esame oggettivo e che nella maggior parte dei casi si manifesta a tempo con il battito cardiaco. Si accerta inserendo un microfono nel condotto uditivo oppure appoggiando lo stetoscopio sul collo del soggetto affetto. In questi casi bisogna sottoporsi a una visita specialistica. L'acufene pulsante rappresenta una ridotta percentuale delle manifestazioni di questo disturbo, tuttavia molto spesso si può curare perché è legata a una compromissione del normale flusso sanguigno; - alcuni tipi di tumore benigno del cervello. Rappresenta una causa molto rara, tuttavia può accadere che lo sviluppo di questa forma di cancro interferisca con il corretto funzionamento dei nervi acustici, vestibolari oppure facciali perché preme su di essi. In genere l'acufese è accompagnata da vertigini e paralisi dei muscoli facciali; - disfunzioni tiroidee, ad esempio l’ipotiroidismo o ipertiroidismo; - alcune patologie che hanno come sintomo l'acufese, come la fibromialgia, la malattia di Lyme, la malattia di Ménierè e la sindrome di presa toracica. In questo caso è possibile contrastare questo disturbo andando a intervenire sulla malattia di cui è sintomo; - traumi alla testa e al collo. Oltre all’acufene i sintomi possono essere amnesie, attacchi di vertigine e mal di testa. Non si conosce ancora esattamente la causa esatta dell’acufene, quindi di fatto questo problema rappresenta un sintomo del fattore scatenante. Proprio per questo motivo individuare la ragione alla base della comparsa di questo disturbo consente di mettere in atto un trattamento mirato. In questo modo si può ridurre la gravità dell'acufene e riscontrare dei miglioramenti per quanto riguarda le proprie capacità uditive. In caso contrario risulta essere necessario intervenire sullo stile di vita del paziente ed eventualmente ricorrere alla psicoterapia. Ciò avviene soprattutto nei casi in cui l'acufene si manifesta senza alcuna ragione apparente. Un altro aspetto da considerare riguarda il fatto che potrebbe esistere una qualche correlazione tra ereditarietà e comparsa del problema: . Infatti l'acufene colpisce maggiormente le persone con una predisposizione ereditaria alle patologie che hanno questo disturbo come sintomo oppure effetto collaterale. Si tratta delle anomalie genetiche che provocano lo sviluppo di alcuni problemi d’udito molto rari, del neurisma acustico, della disfunzione temporo-mandibolare e della sindrome di Ménière. Quali sono le terapie che si possono adottare L'esigenza di una terapia varia a seconda della gravità dell'acufene e del suo impatto sulla vita quotidiana della persona che ne è affetta, oltre alla causa scatenante. Infatti può accadere che questo disturbo possa compromettere nel lungo periodo sulla qualità del sonno e sul livello di concentrazione. In alcuni casi particolarmente gravi l'acufene può interferire con le attività quotidiane, le relazioni sociali e diventare una vera e propria causa di depressione. Infatti l'aumento del livello di stress, l'ansia e la stanchezza possono avere effetti estremamente negativi su malati già predisposti oppure che sono già depressi. Infatti questi ultimi risentono in maniera molto più rilevante rispetto agli altri pazienti, che possono tollerare senza problemi questo disturbo senza che influisca sul loro umore. Il trattamento psicologico e un'azione di supporto sono quindi assolutamente raccomandabili per soggetti predisposti facendo riferimento alla psicoterapia cognitivo comportamentale. Si tratta di una soluzione basata sul principio che la percezione delle emozioni e l'agire delle persone sono fortemente influenzati dai loro pensieri. Si tratta di un approccio che consente di ottenere notevoli risultati nei pazienti ansiosi e depressi, quindi risulta essere efficace persino per contrastare i maggiori livelli di stress collegati alla comparsa dell’acufene. Inoltre una maggiore conoscenza del problema può impedire di amplificare l’entità del sintomo, in modo da percepirlo come meno evidente e invasivo. In ogni caso la soluzione migliore consiste nell'intervenire sull’eventuale disturbo di base quando viene identificato. Conoscere quale sia la causa scatenante permette di mettere in atto un'adeguata terapia, così da alleviare i sintomi collegati: - rimozione del cerume in eccesso che occlude il canale uditivo e il padiglione auricolare. La sua eliminazione può ridurre i sintomi perché l'eccessiva quantità di questa sostanza impedisce ai rumori provenienti dall'esterno di raggiungere in maniera adeguata il timpano. L'operazione consente di rimuovere al tempo stesso la causa scatenante dell'acufene e deve essere effettuata da un medico specializzato oppure da un otorino. La procedura consiste nella somministrazione di specifiche gocce, nella rimozione manuale impiegando strumenti appositi oppure nei lavaggi con acqua fisiologica; - adozione di un impianto cocleare. Si tratta di un dispositivo pensato appositamente per le persone con gravi problemi di udito, tuttavia consente di rendere meno fastidioso l’acufene. Non rappresenta una terapia definitiva, però risulta essere un metodo efficace per alleviare il disturbo; - trattamento di una patologia vascolare. Le modalità che si possono adottare sono diverse e variano a seconda di quale sia la malattia che provoca l'acufene e la sua gravità. Si può andare dalla realizzazione di interventi chirurgici alla somministrazione di farmaci; - modificare la terapia farmacologica nel caso in cui l'acufene sia provocata dall'assunzione di un medicinale contenente determinati principi attivi oppure sostanze. In questo caso bisogna avvertire il proprio medico curante che si soffre di acufene e valutare l'eventuale riduzione della dose assunta o la sospensione della cura sostituendo il farmaco con un altro prodotto privo di questo effetto collaterale. Occorre sempre tenere a mente che questa soluzione deve essere messa in atto soltanto dietro consiglio medico e sotto la stretta osservazione del proprio medico per evitare problemi maggiormente negativi. Un altro aspetto da considerare risulta essere il fatto che pure lo stile di vita ha un forte impatto sul manifestarsi dell'acufene e sulla gravità del disturbo. Infatti sono numero di i casi di pazienti che sono riusciti ad alleviare i sintomi di questo problema adottando uno stile di vita più sano. Tra i comportamenti che si consiglia di assumere si ricordano: - smettere di fumare; - ridurre oppure evitare completamente gli alcolici; - ridurre l'assunzione di caffeina, tendendo preferibilmente a eliminare questa sostanza dalla propria dieta. Di conseguenza è bene evitare di bere bibite energetiche e ovviamente il caffè; - bere giornalmente almeno 1,5-2 litri d'acqua; - ridurre e preferibilmente eliminare dalla propria dieta gli alimenti con un elevato contenuti di grassi e pasti troppo piccanti; - ridurre drasticamente la consumazione di alimenti salati e l’uso di sale. In particolare bisogna prestare molta attenzione ai cibi industriali, preconfezionati e surgelati. In ogni caso è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico curante per verificare quale sia la terapia più adatta alle proprie esigenze e alla causa scatenante del disturbo. Infatti la forte componente soggettiva del problema comporta una notevole variazione degli effetti e della terapia da persona a persona. Di conseguenza è necessario valutare con grande cura e nei minimi dettagli quale sia la soluzione personalizzata per ottenere i maggiori benefici. Una terapia che funziona per un paziente può non avere gli stessi effetti positivi in un altro. Soluzioni complementari Si consiglia di non adottare terapie oppure interventi fai da te, come l'adozione del mascheratore di acufeni (una cuffia che emette il cosiddetto rumore bianco, cioè emissioni sonore che coprono tutte le frequenze dello spettro uditivo) oppure di cuffie, registratori, televisioni e radio per eliminare la percezione di fruscii nell'orecchio interno. Infatti questi generatori e mascheratori di rumori si basano sull'emissione di suoni estranei e hanno lo scopo di alleviare nell'immediato periodo la percezione del disturbo. Si tratta comunque di dispositivi che si prestano a una migliore gestione dell’acufene nella vita quotidiana, effettuando un mascheramento parziale oppure totale. Bisogna comunque tenere a mente che questi strumenti, proprio come gli ausili per l’udito e gli apparecchi combinati, emettono un rumore ad alta frequenza all'interno dell'orecchio, mescolando il suono generato a quello dell'acufene. L'obiettivo è consentire al paziente di abituarsi a questo tipo di disturbo e conviverci, tuttavia questi dispositivi non possono mai essere usati da soli. Il loro impiego deve avvenire sotto supervisione medica all'interno di un percorso di counseling direttivo. Se si vuole intraprendere questa tipologia di intervento bisogna tenere in considerazione alcuni elementi: - lo scopo non è eliminare il disturbo, bensì abituare il paziente a tollerare i rumori dell'acufene e a non prestare loro attenzione, così da migliorare la sua capacità di concentrazione. Nel lungo periodo il soggetto tende a non sentire più il suono. Al tempo stesso si verifica un 'inibizione residua, cioè il fatto di non sentire l'acufene per un certo periodo di tempo dopo che il dispositivo è stato spento; - i generatori di suoni necessitano di un periodo di tempo da 5-6 mesi a 2 anni per garantire risultati efficaci e duraturi. Invece i mascheratori di suoni permettono di ottenere risultati percepibili fin da subito. In ogni caso la durata di questa terapia complementare varia a seconda delle caratteristiche del soggetto e della gravità del disturbo. Anche il periodo di una singola seduta è molto variabile, così come il lasso di tempo (da pochi minuti ad alcuni giorni) durante il quale l’acufene può scomparire dopo la fine del singolo trattamento. Il controllo e la supervisione medica risultano essere fondamentali anche per l'assunzione di farmaci per alleviare i sintomi del disturbo. Non esistono medicine specifiche per curare l’acufene, tuttavia i pazienti possono alleviare l'entità del disturbo grazie a una terapia farmacologica. Bisogna comunque tenere a mente che gli effetti benefici sono legati alla componente soggettiva del trattamento. In alcuni casi, specialmente per i pazienti predisposti alla depressione, possono essere prescritti triciclici, psicofarmaci antidepressivi, l’alprazolam e ansiolitici per limitare il livello di ansia e di stress legati al tinnito. In questo modo si interrompe il circolo vizioso che alimenta il problema (la percezione del rumore provoca stress che a sua volta rende più disturbante l'acufene e quindi causa ansia), così da renderne più tollerabili i sintomi e attenuandone l’impatto sulla psiche e sulle emozioni dell'individuo. Si tratta però di una soluzione che non agisce sulle cause scatenanti dell'acufene e che deve essere adottata sotto la guida di un medico specializzato. Strategie e accorgimenti per la prevenzione Esistono comportamenti che si possono adottare per prevenire la comparsa di acufene, soprattutto nel caso in cui questo disturbo è collegato a fattori prevenibili, ad esempio l'esposizione a un forte rumore. Per questo motivo è bene proteggere il proprio udito in qualunque ambiente, sia in ambito ricreativo che professionale. Di conseguenza si deve limitare il più possibile la propria permanenza in contesti rumorosi e dove i suoni hanno valori superiori a quelli prescritti per preservare la propria salute. Al tempo stesso si consiglia di indossare tappi per le orecchie oppure cuffie per proteggersi da rumori esterni. Adottare queste protezioni durante eventi sportivi, quando si è a caccia, mentre si taglia l'erba oppure nel corso di un concerto consente di ridurre il rumore di circa 5 decibel, così da poterlo riportare all'interno dei parametri stabiliti. Se invece il rumore è molto forte, si consiglia di indossare i tappi per le orecchie e sopra le cuffie, in modo da avere una doppia protezione. L’esposizione ripetuta a suoni dal volume considerevole nel lungo periodo può avere effetti dannosi sull'udito. Inoltre l'adozione di alcuni accorgimenti consente di evitare che l'acufene possa peggiorare. Tra questi si ricordano: - evitare di esporsi a rumori forti per non rischiare che suoni dall'eccessivo numero di decibel peggiorino la gravità del disturbo. Anche in questo caso è bene proteggersi con tappi per le orecchie e cuffie; - evitare gli alimenti che causano una risposta da parte dell'organismo tale da aumentare la percezione dei rumori causati dall'acufene. Questo fattore è estremamente soggettivo perché alcuni individui sono maggiormente sensibili alla caffeina, altri alla nicotina oppure all’alcool. Persino cibi con un alto contenuto di zuccheri, alcuni alimenti molto salati oppure una quantità qualsiasi di chinino (acqua tonica) possono peggiorare il problema e dare l'impressione che il rumore percepito sia più forte l’acufene. Non è necessario eliminare tutti gli alimenti, soprattutto quelli che piacciono di più, tuttavia è bene fare una scelta intelligente ed evitare di aggravare i sintomi dell’acufene senza ragione; - fare pause per rilassarsi. Si tratta di una soluzione che consente di ridurre la stanchezza e il carico di stress. In questo modo l'organismo sente in maniera minore la fatica e non elabora risposte a questo fenomeno sotto forma di peggioramento dell’acufene.
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