Dagli States arriva la scoperta: anche segnali uditivi assolutamente privi di contenuto informativo possono alterare e migliorare le capacità visive. Non è una novità la correlazione tra udito e vista, ma se finora è stato dimostrato come la vista influenzi l’udito, non ci si era soffermati sull’opposto. In presenza di un rumore, ad esempio, è più facile capire meglio se c’è la possibilità di vedere in faccia chi parla, ovvero guardare il suo "labiale". Ma l’opposto come funziona? Ovvero quanto l’udito può essere utile alla vista?. Uno studio condotto da ricercatori dell'Università della California a Los Angeles ha preso in esame questa relazione, dimostrando che questi due sensi sono così profondamente correlati che anche quando il suono è del tutto irrilevante per un compito, influenza comunque il nostro modo di vedere il mondo. Non sempre l’intreccio tra i sensi è evidente: sappiamo, ad esempio, che l'odore influenza il gusto, ma vista e udito sono percepiti come sensi non troppo “connessi”: si vede quello che si vede e si sente quello che si sente. Ma, secondo Ladan Shams, professore all’università della California e direttore dello studio pubblicato sulla rivista “Psychological Science”, i processi visivi e uditivi non sono affatto così semplici. "Se pensiamo al sistema percettivo come a una democrazia in cui ogni senso è paragonabile a un votante e in cui tutti i voti sono contati per giungere a una decisione, ciò che il nostro studio mostra – queste le dichiarazioni dell’esperto - è che gli elettori parlano tra loro e si influenzano l'un l'altro ben prima di ogni espressione di voto". Lo studio è riuscito a dimostrare, infatti, che l'udito potenzia la vista. Un altro scienziato americano, Charles Spence dell'Università di Oxford, suggerisce che la percezione del gusto sia altamente suggestionabile da altri fattori, tra cui l’udito. Un esempio è quello della patatina nel pacchetto che viene considerata buona da mangiare solo se fa crock quando la si morde e il crock si deve sentire.