Acufene: conoscerlo per imparare a conviverci. L'esperto audioprotesista fornisce una risposta ai tanti quesiti su questo disturbo dell’udito Come riconoscere l’acufene “L’acufene si presenta in vari modi, può essere improvviso o arrivare lentamente nel tempo. Quando si ha la percezione di un fischio, un ronzio o un rumore esteso come, ad esempio, suoni confusi, è bene rivolgersi subito a un esperto. Per la maggior parte delle persone la percezione è quella di un suono acuto che è una caratteristica propria dell’acufene, soprattutto nei casi di presbiacusia o negli ambienti di lavoro rumorosi”. Quali sono le cause dell’acufene? “Tra le cause c’è sicuramente l’esposizione a un rumore che può essere prolungata oppure breve come nel caso di uno scoppio, un rumore molto forte. Nel primo caso il calo dell’udito avviene con il passare del tempo e si presenta anche l’acufene. Tra le altre cause c’è la presbiacusia, ovvero il calo dell’udito dovuto all’età. Ci sono, inoltre, cause cliniche legate a parametri fisiologici o a patologie che possono essere vascolari o dell’orecchio come la sindrome di Ménière”. Esiste l’autodiagnosi dell’acufene? “E’ importante la percezione che si può avere per capire che c’è un sintomo, ma non è sufficiente dato che la la sintomatologia va poi valutata, quindi è consigliato rivolgersi a un esperto dell’udito che eseguirà un test e potrà approfondire l’argomento. Con una prova è possibile capire com’è messo l’udito perché il più delle volte l’acufene può essere il sintomo di un concomitante calo dell’udito”. L’importanza della prevenzione “Innanzitutto è fondamentale proteggersi negli ambienti rumorosi. Essendo, a volte un campanello di altri disturbi dell’udito, non va sottovalutato. Oggi sono disponibili anche dei questionari per valutarne la gravità. Va detto che negli ultimi anni sono frequenti le richieste per cercare una soluzione a questo problema”. Quali sono le terapie più efficaci per trattare l’acufene? “L’acufene non si risolve definitivamente. Ci si può convivere, ma senza avere la pretesa di cacciarlo. A livello clinico le terapie farmacologiche sono di pertinenza dei medici specialisti, ma sono le meno frequenti. Anche la semplice presenza di cerume può causare acufene e in questo caso c’è una soluzione definitiva e semplice. In tutti gli altri casi, a cui l’audioprotesista può dare una risposta, la terapia è legata all’uso di apparecchi acustici, oltre alla terapia del suono. Un ulteriore trattamento consiste nelle tecniche di rilassamento e adoperarsi per il proprio benessere al di là della sfera acustica perché l’acufene può causare stress. In questi casi si può ricorrere allo sport, allo yoga e alla meditazione, tutte tecniche che migliorano il rapporto con l’acufene e sono tutte indicazioni che un esperto può fornire. Da qui la necessità che si instauri una buona relazione con l’audioprotesista che è anche in grado di regolare gli apparecchi acustici per questo tipo di disturbo con diversi programmi”. Come scegliere l’apparecchio più adatto “Una piccola parte delle persone che soffre di acufene non ha una vera e propria perdita dell’udito. In questi casi si valutano le terapie acustiche più appropriate. La maggior parte, però, necessita dell’ausilio di un apparecchio e già indossandolo il sintomo migliora perché si enfatizzano i suoni ambientali che mascherano questo problema generato dal proprio organismo. Quanto al tipo di apparecchio, i dispositivi moderno sono dotati di più funzioni, ma sarà l’audioprotesista a programmarle in base alla persona e al tipo di disturbo”. Nel momento in cui si acquista un apparecchio acustico, cosa fare se si ha la sensazione che il dispositivo non funzioni? “L’equivoco è comune, ovvero pensare che un apparecchio acustico risolva definitivamente il problema dell’acufene. Non è così. E’ un aiuto per migliorare e altrettanto importante è l’uso che il professionista fa delle moderne tecnologie, l’apparecchio non lavora da solo ma deve essere ben regolato da un esperto a cui ci si deve sempre rivolgere”.