Musiche rilassanti e rumori della natura per imparare a convivere con l’acufene senza subirne lo stress. Ne parla l’esperto Maico
“L’acufene non ha una cura definitiva, ma si può imparare a conviverci e alleviare il fastidio”. Accanto alla terapia legata all’uso di apparecchi acustici, infatti, esiste, la terapia del suono. Presentando suoni aggiuntivi su cui le orecchie possono concentrarsi, l'acufene diventa meno evidente. Lo scopo di questo tipo di gestione dell'acufene è aiutare a considerarlo di meno, in modo da ottenere sollievo. “Oggi, grazie ad apparecchi acustici sempre più sofisticati, questa terapia si può fare direttamente dalla protesi – spiega l'esperto – sarà l’audioprotesista a regolare gli apparecchi acustici per questo tipo di disturbo con diversi programmi”. L'obiettivo è insegnare al cervello a riclassificare il rumore dell'acufene come un suono non importante che si confonde con il sottofondo. Un aiuto arriva proprio dalla musica, composta da toni bassi, calmante e piacevole. “In poche parole – dice l’esperto – programmando l’apparecchio, si crea un suono personalizzato che contrasta l’acufene”. Utilizzando suoni che si mescolano agli acufeni senza mai coprirli, il cervello smette di percepirli come un disturbo. In pratica, diventano rumori di fondo di cui non ci si accorge. Sono per lo più rumori della natura come i cinguettii, il vento, oppure dolci melodie o, ancora, il “rumore bianco”.
Esiste poi un trattamento per convivere con l’acufene più psicologico. “Consiste nelle tecniche di rilassamento come lo yoga, lo sport, tutte quelle pratiche che portano benessere e aiutano a combattere lo stress che l’acufene può causare – dice ancora l'esperto– sono tutti consigli che l’audioprotesista può dare all’assistito dopo aver valutato il grado di disturbo”. Così l’esperto diventa un alleato contro i problemi dell’udito aiutando a migliorare il proprio stile di vita oltre all’ausilio dell’apparecchio acustico.