L’intervista di Dario Zampa: Don Adolfo Comello Prete amante della musica e della montagna

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Don Adolfo, quasi ottantenne, è un prete che ha vissuto gran parte della sua vita pastorale in paesini di montagna, dove la gente, a suo dire, ha più bisogno di sentire vicino la mano… di Dio.

L’ho incontrato nella casa parrocchiale di Basiliano dove cura, anche se in quiescenza, la parrocchia della frazione di Blessano. “I preti sono sempre meno – mi ha detto – e fino a quando sono in salute sono chiamati a fare gli straordinari…”

E’ stato ordinato sacerdote nel 1960 e dopo aver fatto il cappellano a San Daniele e Pagnacco è stato nominato parroco di Chiusaforte e Val Raccolana, dove vi è rimasto per oltre 20 anni. Nell’atrio e nella sua abitazione i muri sono zeppi di fotografie e poster dove si possono ammirare vari rifugi alpini, santuari in alta quota e le sue montagne preferite: Montasio, Grauzaria, Canin…

Di ricordi ne ha molti e tutti legati a quei paesini e a quella gente di montagna…

La montagna è sempre stata la mia passione – mi ha confidato – ed il mio cuore è sempre rimasto lassù, fra quelle vallate. Ricordo che un inverno, a Tamaroz, c’era un funerale ma c’erano anche 2 metri di neve… Mons. Della Mea, che officiava il rito funebre, vista l’impossibilità di procedere per lo stretto varco scavato nella neve, ha fatto mettere la bara su una slitta e ha proseguito a cavalcioni della bara stessa, fino al cimitero, con i fedeli che lo seguivano in fila indiana… Me lo vedo ancora su quella bara – mi ha detto sorridendo – con quel ciuffo rosso sopra il quadrato che portava in testa, che campeggiava nel candido manto nevoso che avvolgeva l’intera vallata”.

Nella sua piccola stanza da letto c’è un pianoforte… “La passione per la musica la devo a un mio zio – mi ha confidato – Fin da bambino sono rimasto affascinato da questo strumento che ancor oggi, tutti i giorni, suono per diletto. Può sembrare una frase scontata – ha aggiunto – ma devo dirti che la possibilità di godermi questo strumento lo devo grazie alla Maico. L’apparecchio acustico che sono obbligato a portare, mi ha fatto rivivere. Sono ritornato al mondo! Non è un lusso ma una necessità”.

Mandi Don Adolfo